USTICA - OSSERVAZIONI SULLA PERIZIA TECNICA Introduzione all'esame critico |
Disegni di riferimento: nessuno
In data 18/10/94 dall'autorità Giudiziaria furono formulati n. 25 questiti a chiarimento di quanto contenuto in perizia tecnica.
Ciò sostanzialmente per due motivi:
1) Due membri del Collegio Peritale, in una nota aggiuntiva alla Perizia Tecnica, dichiaravano che la conclusione prospettata, (esplosione di un ordigno nella toilette dell'aereo) poteva non essere attendibile.
2) L'elaborato peritale conteneva non
poche contraddizioni ed incertezze, specie riguardo al riconoscimento
dei danni da esplosione sugli oggetti posti all'interno della
toilette o costituenti la stessa.
Nella risposta ai quesiti resa dai periti giudiziari Casarosa ed Held, estensori della nota aggiuntiva, (di seguito PF) si descrive il percorso logico e la metodologia di indagine assunti dal Collegio Peritale Giudiziario (di seguito CP) nel corso dell'indagine.
Da quanto letto, pur senza voler sindacare sulla legittimità della scelta di percorsi logici, metodologie e conclusioni, si intende fare alcune osservazioni:
- Sembra che il CP abbia concluso che tutti gli indizi, le evidenze, le risultanze delle indagini e quant'altro fosse frutto del lavoro delle precedenti commissioni di indagine, non fosse utilizzabile per il loro lavoro poichè esistevano forti elementi di dubbio su tutto.
- L'unica evidenza reale, (a detta del CP), la presenza di esplosivi risultante da diverse analisi eseguite sui reperti (da diversi enti e in tempi diversi) veniva fatta risalire a probabili fenomeni di inquinamento. (Quindi dichiarando implicitamente che i laboratori della DLAM (Direzione Laboratori Aereonautica Militare) e del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) avessero preso le classiche lucciole per lanterne).
Questi fenomeni da inquinamento venivano dedotti da : 1) l'esiguità del ritrovamento (la bassa quantità in peso dell'esplosivo incombusto ritrovato) 2) La posizione nel velivolo dei reperti che portavano tracce di esplosivo (tutti appartenenti a zone dell'aereo che non mostravano tracce di macroscopici danni derivati da un evento esplosivo.)
Appare chiaro che in questo caso il processo logico sia poco condivisibile, perché :
1) la DLAM ritrovò tracce di T4 su bagagli sia di cabina sia di bagagliaio. Il prelievo dei campioni fu fatto, seguendo la metodologia standard, passando sui reperti batuffoli di cotone impregnati con acetone, ed esaminando strumentalmente la qualità dei depositi rimasti sul cotone.
2) Il CNR ritrovò tracce di T4+TNT su un gangio metallico di un cuscino (quindi di un oggetto sicuramente appartenente alla cabina passeggeri) eseguendo una analisi dove la presenza di questi due elementi fu data come "sicura" ed "inequivocabile".
Dall'analisi eseguita dal CNR emerse anche che viste le quantità rilevate il T4 era presente in quantitativi tali da essere nel campo di sensibilità degli strumenti della DLAM (e infatti fu rilevato) mentre il TNT era fuori dal campo di sensibilità (e non fu rilevato).
3) Successivamente, sempre il CNR, tornò ad analizzare gli stessi bagagli precedentemente analizzati dalla DLAM, e dalle analisi risultò sia la presenza di T4 che di TNT.
Ciò fu possibile perché
gli esplosivi erano stati "fissati" dall'acetone sulla
superficie dei bagagli.
Se ne deduce che probabilmente gli esplosivi sui reperti in questione siano rilevabili ancora oggi, e prima di affermare che si tratta di inquinamento si sarebbe dovuto procedere ad una nuova verifica, cosa che non risulta sia stata fatta.
Sembra che secondo i CP l'inquinamento sarebbe avvenuto sul ponte della navi recupero.
Visto che stiamo parlando dei reperti recuperati in mare nei giorni successivi all'incidente, in diversi tempi e da diverse navi, non si capisce da quale conoscenze specifiche dei fatti il CP tragga le sue conclusioni, che non si condividono.
Comunque il ragionamento del CP è in sintesi così riassumibile.
- Inequivocabilmente in cabina passeggeri o nei bagagliai non è avvenuta alcuna esplosione, quindi non è ammissibile il ritrovamento di particelle di esplosivo incombusto in queste zone (stiamo parlando di milionesimi di grammo). Per cui quello ritrovato può essere derivato da fenomeni di inquinamento, cioè e' stato riconosciuto per esplosivo una qualche sostanza che esplosivo non è. Oppure si tratta di esplosivi presenti sui ponti delle navi recupero che hanno inquinato i reperti.
Inoltre si precisa che caso mai fosse esplosivo sarebbe dovuto appartenere ad una bomba piuttosto che ad un missile, in quanto l'esplosivo dei missili brucia completamente stante l'elevata tecnologia di costruzione, mentre quello delle bombe può lasciare residui a causa della fattura generalmente artigianale dell'ordigno.
Per suffragare simili ipotesi si sarebbe dovuto almeno citare una casistica, se non un dato sperimentale e ripetibile.
In assenza di questo si tratta di una
opinione personale dei periti.
Altro elemento a prova di un evento esplosivo erano le due schegge 62M e 52i, estratte da un cuscino, che portavano inequivocabili segni di essere state prodotte nel focolaio dell'esplosione.
Queste schegge portavano le tipiche modificazioni nella struttura del metallo, e mostravano i tipici segni di Gas Wash (lavaggio dai gas caldi provenienti dal focolaio esplosivo) e Roller Edges (arrotondamento degli spigoli anch'esso a causato dai gas caldi)
Risulta che dette schegge erano state inviate al RARDE inglese per essere riesaminate (dopo essere state esaminate in Italia) ed erano contenute ognuna in una bustina di plastica.
Al RARDE sono arrivate due bustine contenente ognuna due schegge.
Qualche mano sbadata ne aveva aggiunto una seconda, per cui non si potè più sapere se quella che portava i segni di esplosione fosse quella vera o quella aggiunta.
Per il CP le schegge in questione non furono più considerate elemento probatorio.
Non si può essere d'accordo,
perché, magari cercando chi le aveva precedentemente esaminate,
avrebbero potuto essere riconosciute quelle false da quelle vere.
Chissà, magari nelle precedenti analisi le avevano sbadatamente
fotografate.
Sembra però che i periti giudiziari non si dolgano della perdita di simili importanti reperti.
Infatti si dichiara:
"Il CP ha quindi ritenuto opportuno affrontare il problema della esplosione interna con mente aperta e libera da ogni tesi precostituita, partendo unicamente dai dati oggettivi che potessero essere riscontrabili sul relitto.
Poichè, come in precedenza ricordato, sul relitto non erano visibili segni macroscopici di esplosione, il primo problema è stato di verificare se sul relitto potessero individuarsi tracce tali da giustificare la formulazione di una ipotesi di esplosione e da consentire poi una localizzazione dell'area interessata, diverse, ovviamente dai segni tipici in precedenza riportati.
Dall'esame del relitto sono emerse le seguenti evidenze:
a) Assoluta mancanza di ogni indizio di fenomeno esplosivo in zone accessibili per il posizionamento della carica quali cabina passeggeri, vani bagaglio, vani carrello, centrale elettrica.
b) Assenza di reperti di significative dimensioni nella zona adiacente alla toilette. I pochi reperti recuperati indicano una estesa frammentazione della zona stessa, verificatasi in volo, compatibile con un evento associato all'emissione di alti valori di energia."
"Si è poi osservato che indagini statistiche, esposte e discusse in perizia, hanno consentito di verificare come la maggior parte degli incidenti aerei avvenuti con modalità simili a quello in esame sia stata causata da attentati e come circa il 24% di essi siano stati realizzati attraverso cariche esplosive poste nella toilette del velivolo.
Sulla base di queste considerazioni il CP ha ritenuto di poter formulare l'ipotesi di esplosione interna e che questa esplosione potesse essersi verificata nella toilette"
"La metodologia di indagine seguita
dal CP ed ampiamente discussa in perizia, si è essenzialmente
basata sull'esame macroscopico e, ove necessario, microscopico
di TUTTI i reperti appartenenti alla toilet ed a zone ad essa
limitrofe (non si poteva fare diversamente)."
Dalla lettura della descrizione del
percorso logico seguito dal CP si capisce che la parte esaminata
è stata solo la toilette, e che evidenze che portavano
alla formulazione di ipotesi più complesse sono state trascurate
in quanto giudicate, in modo soggettivo, come causate da fattori
diversi.
Alla fine, par.3.3 - Osservazioni Conclusive
" Fra tutte le ipotesi formulate, le uniche che possono risultare congruenti con i dati oggettivi desunti dalle analisi di primo livello, e quindi tecnicamente possibili, sono risultate, in ordine di trattazione:
a) Cedimento strutturale per turbolenza
b) Esplosione interna
c) Quasi collisione
Per nessuna di tali ipotesi esistono prove tali da farla ritenere con ragionevole certezza come causa dell'incidente,"
"Come indizi oggettivi dell'esplosione interna (nella toilette nda) i PF ritengono di segnalare:
a) Tipologia di frammentazione della parte posteriore della fusoliera
b) Deformazioni rilevabili sul frammento AZ 497
c) Deformazioni rilevabili sul frammento
AZ 534"
" Come principali elementi di dubbio sull'ipotesi di esplosione (nella toilette nda) i PF ritengono di segnalare:
a) Forti dubbi sulla validità delle evidenze di esplosione interna deducibili dalle indagini di primo livello e discussi nel par. 5.7.2 della perizia tecnica
b) Incertezza sulla tipologia di frammentazione della parte posteriore della fusoliera per mancanza di reperti.
c) Mancanza di segni primari di esplosione sui reperti disponibili
d) Mancanza di segni di esplosione sul corpo di Calderone Vincenza. (Che in base a diverse testimonianze era seduta nell'ultima fila con le spalle alla parete della toilette.
Altre ipotesi formulate hanno gradi
di incertezza maggiore ...."
Quindi, da quanto affermato, a favore della esplosione di un ordigno nella Toilette una volta la tipologia della frammentazione è elemento a favore, una volta è motivo di incertezza.
A soddisfare la curiosità del
lettore si può dire che i due frammenti citati AZ 497 ed
AZ 534, sottoposti recentemente a perizia frattografica ed esplosivistica
non mostrano alcun danno derivante da fenomeno esplosivo.
Insomma si può sintetizzare :
I precedenti indizi raccolti dai precedenti collegi non servono a nulla, ci dice il CP, che ha esaminato il problema in modo soggettivo definendo le aree di indagine sul relitto solo in funzione dell'esplosione nella toilette.
I risultati sono che l'aereo potrebbe essere precipitato per questo motivo ma con "forti dubbi" per gli stessi periti. Però potrebbe anche essersi sfasciato da solo per turbolenza, ma con dubbi ancora maggiori, o potrebbe addirittura essersi sfasciato per "quasi collisione" con un altro aereo, inventando una nuova tipologia di disastro che finora non esisteva al mondo.
(il termine "sfasciato" usato in relazione alla turbolenza ed alla "quasi collisione" non è irriverente.
Deriva dall'antica marineria per descrivere il naufragio di una nave che, pur senza urtare contro uno scoglio, a causa della forza di mare perdeva il fasciame, si "sfasciava", ed esprime molto bene il concetto anche per un aereo che a seguito delle forze indotte sulle sue strutture dall'aria turbolenta si destruttura mentre vola.)
Quindi i PF consigliano di tornare ancora
in fondo al mare a cercare la parte di toilette ancora mancante,
perché forse su quei frammenti si trovano i segni di esplosione.
Quindi si potrebbe pensare che tutta la vicenda si sia ancora più annebbiata.
Infatti abbiamo perso (secondo interpetazioni molto disinvolte del CP) dati che da anni si davano per acquisiti (esplosivo e schegge) senza acquisire novità di rilievo.
Non è esattamente così, perché almeno su di un punto i PF sono categorici:
"Il lavoro effettuato, a parere dei PF, ha portato certamente ad un risultato utile: il relitto ricostruito nell'hangar di Pratica di Mare non porta nessun segno di abbattimento mediante missile o missili.
Pertanto, l'ipotesi che che il velivolo possa essere stato abbattuto da uno o più missili che per oltre dieci anni ha suscitato le ben note discussioni e polemiche, deve essere abbandonata.
Questo è un risultato oggettivo che si può osservare sul relitto e "deve" (virgolettato nel testo nda) pertanto essere accettato. Esso è talmente importante che che, a parere dei PF, da solo potrebbe giustificare l'impegno profuso per ottenerlo.
I PF si rendono conto come sia difficile accettare l'esclusione di una ipotesi che, presso molti ambienti (non tecnici), risultava ormai quasi consolidata e rivestiva, inoltre, una certa attrattiva.
Ma, a questo punto, bisogna avere il coraggio morale e civile di accettare un risultato che attualmente, in assenza di nuove e stravolgenti informazioni, possiede un grado di certezza quasi assoluto.
Continuare a riportare alla ribalta
"l'ipotesi missile" con argomentazioni del tutto fantastiche
e prive di valenza tecnica, serve unicamente a creare cortine
fumogene che possono solo rendere più difficile il cammino
verso altre più ragionevoli e possibili soluzioni."
Insomma l'unica cosa su cui sembra si
sia sicuri è che non è stato un missile, e che chi
si ostina a parlare di missile butta cortine fumogene, è
insomma un cosciente depistatore.
Lo scrivente, che in questo lavoro pensa di poter dare un contributo importante all'ipotesi missile, non si ritiene depistatore, forse sprovveduto. Ma caso mai lo deciderà il Magistrato.
Ma non può fare a meno, trovandosi
all'inizio dell'elaborato, esprimere un punto di vista.
Si sente ormai da più parti dire che il tentativo di risolvere il mistero sulla fine del DC9 Itavia ha assorbito rilevanti energie e rilevanti risorse. Forse troppe.
Non si può assolutamente essere d'accordo su questo atteggiamento, sia per motivi tecnici che per motivi di convivenza civile che investono l'essenza stessa del patto sociale che lega i cittadini allo Stato.
Il motivo tecnico può essere ben descritto da un esempio.
I primi Jet pressurizzati furono i Comet 4, che segnarono un progresso importante nel campo del trasporto aereo.
Si verificarono alcuni misteriosi incidenti, con modalità simili a quello occorso al DC9 Itavia. Alcuni aerei precipitarono sparendo istantaneamente dagli schermi radar (se erano sorvegliati) e senza dare alcuna comunicazione di emergenza.
Naturalmente si pensò anche ad attentati, anche quando si verificò che la parte posteriore degli aerei veniva ritrovata a decine di Km distante dal relitto principale.
Si scoprì poi, dopo moltissimi sforzi, paragonabili a quelli che il nostro paese sta sostenendo per arrivare alla verità sulla vicenda di Ustica, che un "affaticamento dei metalli", problema allora sconosciuto, causava il distacco in quota della parte posteriore del Comet 4 ed il conseguente disastro. Insistendo si arrivò ad un risultato, che DEVE esistere.
Ragionando come si è detto nelle righe precedenti si sarebbe potuto concludere, pur nella rilevata assenza di danni causati da esplosivo, che questi danni erano localizzati sui reperti non recuperati ( e sicuramente ce ne saranno stati) e che gli aerei erano vittime di attentati.
E i Comet 4 sarebbero continuati a precipitare.
Il motivo politico consiste nel fatto che in una Democrazia, fra l'altro, i cittadini delegano allo Stato l'esecuzione della Giustizia. E lo Stato si impegna con i cittadini a perseguirla, dopo aver accertato la verità dei fatti.
Non si può accettare un ragionamento dove lo Stato dica che ad un delitto non può essere resa giustizia perché costa troppo.
Può essere ammissibile che non si renda giustizia perché sia impossibile accertare la verità dei fatti o scoprire un colpevole, ma questo può deciderlo solo il Magistrato.
Quindi il patto dei cittadini con lo Stato si basa anche sul fatto che, rinunciando il cittadino a farsi Giustizia da sè lo Stato la persegua sempre e comunque.
Finchè c'è una possibilità lo Stato deve perseguire la giustizia ed il solo fatto di tentare di farlo per tanti anni e con tanti mezzi ( e siamo al caso Ustica) dimostra ai cittadini che lo Stato non abdica ai suoi doveri, cioè che questa è una Democrazia.
Poi c'è la questione, tutt'altro che marginale, che la Democrazia la facciamo tutti, non solo i professori o i generali o i politici, e dire che chi si ostina a parlare di missile getta cortine fumogene non può essere accettato.
I PF, bene interpretando un sentimento molto diffuso frà chi si ritiene (spessissimo giustamente) depositario di una preparazione tecnico-scientifica superiore, fanno riferimento ad un preteso attaccamento dei "non tecnici" all'ipotesi missile per la sua suggestività, e fanno capire che parlare ancora di missile significa non essere in grado di capire, o leggere o decifrare l'oggettività deglle argomentazioni che i tecnici fanno.
Lo scrivente, che rivolge questo lavoro soprattutto all'attenzione del Magistrato è convinto che dopo tanti anni e tanto impegno questo problema del tecnico e non tecnico sia, almeno nei Suoi confronti, da ritenersi superato.
Ciononostante pone la massima cura possibile, nel realizzare questo lavoro, ad illustrare gli argomenti in modo che siano comprensibili a tutti anche senza disporre di una preparazione scientifica o tecnica specifica.
Questo perché si ha spesso la sensazione che la nebbia non venga tanto dall'ostinarsi a valutare ipotesi diverse quanto dalle fumisterie che si vuole imporci senza neanche sforzarsi a farcele capire.
Su una cosa lo scrivente concorda pienamente con i PF : Il risultato conseguito con il lavoro degli ultimi anni è della massima importanza e andava fatto.
Solo che per loro il risultato di questo
lavoro è che il missile non c'è, mentre quì
si arriva all'esatto contrario.
Il metodo seguito nello svolgere questo lavoro sarà semplicemente quello di elaborare a priori, partendo da quelli che sembrano dati oggettivi, quello che ci si aspetta di trovare sul relitto in termini di danni causati da un missile, e successivamente verificare se questi danni ci sono davvero.
Da un missile, naturalmente. perché l'ipotesi bomba a bordo è stata così lungamente ed efficacemente indagata da non poter, almeno nelle capacità specifiche dello scrivente, essere ulteriolmente approfondita.
Quindi si andrà a verificare
solo in relazione a questa ipotesi, senz'altro senza pregiudizi.
Con Osservanza