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Ipotesi di causa dell'incidente (6)



OSSERVAZIONI DEI CONSULENTI DI PARTE CIVILE SULLA PERIZIA TECNICA DEL 1994 ED ALTRO.

Ipotesi di causa dell'incidente.

Disegno di riferimento : .DC93D4 (Tav.14 nelle varie viste)

Esame del modello tridimensionale virtuale del DC9.

Dall'esame dei disegni relativi al modello tridimensionale si possono trarre indicazioni d'assieme sulla dinamica dell'abbattimento.

Si è partiti dall'ipotesi che i missili fossero stati lanciati da un punto lungo la rotta apparente che congiunge i plot -12 e 2B, da alcuni e dallo scrivente accettati come prova della presenza di un UFO assimilabile ad un aereo militare in rotta convergente con l'aereo civile.

Lungo tale rotta, e nel rapporto fra le reciproche velocità esiste una finestra di lancio per missili, come indicato da una relazione dell'Aereonautica Militare, e come risulta da semplici calcoli che si possono fare a proposito.

Detti missili sono stati ipotizzati dallo scrivente come missili a sistema di guida IR Avanzato o a guida radar semiattiva SARH, stante le reciproche posizioni.

Si è rilevato che dette armi dirigono sul bersaglio in modi diversi, e non solo nel modo indicati in perizia tecnica, e si è valutato, nelle posizioni reciproche fra DC9 ed UFO, come questi avrebbero colpito in base a diverse traiettorie.

Il risultato, evidente nel disegno, è che la punta dell'ala destra è l'elemento che avrebbe attivato la spoletta di prossimità, determinando lo scoppio delle teste di guerra a notevole distanza dalla fusoliera del velivolo civile, fuori dalla portata del raggio di Blast.

I corpi dei due missili, proseguendo nella loro traiettoria hanno impattato contro la parte destra del velivolo civile, nelle posizioni indicate, attraversandolo con verso da destra a sinistra, da dietro verso avanti, dal basso verso l'alto.

Si è ritrovata una coerenza fra le forme delle zone di impatto IM1 ed IM2 con le proiezioni delle immagini del missile preso a modello (solo preso a modello, sia chiaro) per velocità terminali compatibili con quelle reali.

Si è trovata una coerenza fra le zone di entrata IM1 ed IM2 con le zone di uscita US1 ed US2, coerenza che si estrinseca nella dinamica dell'attraversamento nei rapporti fra le varie velocità e le forze agenti.

Si è trovata una coerenza fra la zona di uscita US1 ed i ritrovamenti in mare nella zona Nord.

Si è trovata coerenza fra la forma della US1 e l'effetto di decompressione rapida che è inequivocabilmete avvenuta.

Si è trovata coerenza fra la differenza delle immagini proiettate del primo ed il secondo missile ed il fatto che dopo essere stato colpito l'aereo civile ha mutato il suo assetto.

Si è trovata coerenza con il fatto che le traiettorie dei missili all'interno dell'aereo hanno attraversato il pavimento con il fatto che i danni sui tappeti sono concentrate nella parte anteriore del velivolo, con strappi, mancanze, intrusioni di materiali diversi e fenomeni di globularizzazione.

Si è rilevata la presenza, sulla parte posteriore del velivolo, di almeno un foro con marcata petalatura verso l'esterno, situato in coda sul lato sinistro, che potrebbe essere stato causato da una scheggia proveniente dalla testa di guerra, in coerenza con una possibile traiettoria avente inizio nella zona indicata delle esplosioni.

Si è rilevato che la posizione dei due fori presenti sul portello del vano bagagli anteriore, su cui si è ampiamnte dibattuto, ed assimilabili ad oggetti interferenti a velocità medio-alta è perfettamente compatibile con le posizioni di scoppio e le traiettorie indicate.

Si è rilevato che le zone di impatto IM1 ed IM2 in questo lavoro evidenziate sono, per forma geometrica, assai simili a quelle a suo tempo indicate dal prof. Sewell, ma si deve notare che dette forme sono in coerenza con un impatto nella direzione indicata in questi disegni. Non possono esserlo nella direzione di attraversamento indicata dal prof. Sewell e riportata in perizia.

Si stima che gli estesi danni e soprattutto la diversa tipologia di frammentazione rilevabile sul velivolo fra parte destra e parte sinistra dipenda dal fatto che la parte destra ha subito gli effetti dell'onda di pressione generata dall'esplosione delle due teste di guerra.

Si stima che l'interruzione totale dell'energia elettrica sia stata dovuta all'azione del primo missile che può aver interrotto i cavi elettrici e/o danneggiato la centralina di controllo.

Si fà rilevare che da un colloquio emerso nel corso di una visita su di un velivolo identico allo I-Tigi si è saputo che la commutazione sulla corrente di emergenza avviene tramite uno strumento che trasforma la corrente contunua fornita dalle batterie in corrente alternata, e che quindi in caso di avaria della centralina questa possibilità è stata preclusa.

Si stima, dalla posizione delle zone di impatto IM1 ed IM2, che il tipo di missili che hanno abbattuto, a parere degli scriventi, il DC9 Itavia I-Tigi, fossero due armi a guida radar con un sistema di inseguimento NON del tipo a calcolo del punto futuro (sistema sull'esistenza del quale, nel 1980, si nutrono dubbi).

Il tipo di missile va ricercato fra quelle armi aventi caratteristiche di velocità e dimensione coerenti con quanto emerso da questa indagine, nella dinamica descritta, e con le variazioni ammissibili.

Si stima che una casualità di eventi che porti alle conclusioni sopra descritte sia inammissibile dal punto di vista statistico, e si resta a disposizione per fornire eventuali chiarinmenti e per collaborare, nell'ambito delle competenze ad ulteriori approfondimenti della materia che sicuramente si renderanno necessari.


Con Osservanza

Luigi Di Stefano Mario Cinti

Consulenti Tecnici di Parte Civile


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