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Ipotesi di causa dell'incidente (4)



OSSERVAZIONI DEI CONSULENTI DI PARTE CIVILE SULLA PERIZIA TECNICA DEL 1994 ED ALTRO.

Ipotesi di causa dell'incidente.

Cenni sul funzionamento dei missili Aria-Aria.

Disegno di riferimento : USTGEO4(tav.7), DC92DA(tav.8), DC92DB(tav9).

Tipologia dei danni causati da missili Aria-Aria.

È ovvio che il DC9 Itavia non ha tentato volontariamente alcuna manovra evasiva, quindi se è stato colpito da missili lo è stato, diciamo così in forma canonica, esattamente dove e come l'uno o l'altro tipo di missile sarebbero dovuti andare a colpire.

Si preferisce parlare di missili anziche di missile perché era prassi operativa (prima dell'avvento delle armi più moderne e sofisticate (e costose) lanciare due armi, allo scopo di aumentare le possibilità di successo, quindi per volontà di abbattere.

Quindi, sempre secondo la forma canonica, potremmo anche trovare sul DC9 Itavia i danni di due missili, che restano quelli indicati precedentemente, e cioè:

1) I danni causati dall'esplosione della testa di guerra (Blast) contro o nelle immediate adiacenze del bersaglio .

2) I danni causati dalla rosata di schegge lanciate dalla testa di guerra sul bersaglio

3) I danni causati dalle parti del missile che vanno ad urtare contro il bersaglio

Detti danni saranno però diversamente localizzati a secondo del tipo di guida del missile (IR o SARH), a secondo del sistema di puntamento del missile ("curva del cane", "proporzionale" o "punto futuro", e saranno variamente estesi a seconda della dimensione del missile (teste di guerra da circa 10 Kg per i missili da Dogfight o teste da 30 Kg in poi per i missili più grossi) ed a seconda della distanza dalla quale il missile è esploso dall'aereo civile, cioè se si è avuto un colpo diretto o l'esplosione della Warhead (testa di guerra) è avvenuta nelle vicinanze a seguito dell'attivazione della spoletta di prossimità.

Se osserviamo il disegno (USTGEO4) dove sono riportate in scala le posizioni del DC9 Itavia e del presunto UFO, tratte dai tabulati radar di Ciampino Estrattore 3 non potremo fare a meno di notare alcune cose.

1) Negli ultimi minuti di volo il DC9 mostra di tenere una rotta regolare di circa 178°. (dato rilevato dal Flygt Data Recorder)

2) L'UFO mostra di tenere una rotta praticamente convergente con un angolo di circa 90° (dato rilevato assumendo quale rotta dell'UFO la congiungente fra i plot -12 e 2b.)

3) L'UFO mostra di eseguire una virata come se dapprima seguisse il DC9 in volo parallelo ad una distanza di circa 30Km e poi virasse verso Est come per portarsi in posizione di lancio. (dato rilevato dalla posizione dei plot -17, -12, 2b)

4) A 12 secondi dopo la strage il plot 2B mostra l'UFO ancora nettamente ad Ovest del DC9, circa 4 Km, e dimostra che esso non può essere entrato in collisione con il DC9 Itavia.

Da questa "fotografia" della situazione si possono fare alcune considerazioni e definire alcuni parametri.

Ipotizziamo quindi che lo spegnimento del transponder (l'ultimo segnale transponder è delle 18:59,45) sia dovuto al fatto che il DC9 sia stato colpito da un missile lanciato dall'UFO in questione, e sappiamo che l'interruzione dell'energia elettrica è avvenuta alle 18:59,51;

Esaminando la distanza fra i vari plot del DC9 nei tempi antecedenti alla strage si rileva che la loro separazione spaziale è tale che rispetto ai tempi delle battute radar si ottiene una velocità, circa 240 Mt/sec, che è coerente con quella indicata dal Flygt Data Recorder. Quindi potremo dire che la rilevazione del rapporto spazio tempo dalle posizioni in range ed azimut indicata dai plottaggi del radar di Ciampino è attendibile.

Se i risultati dei calcoli sono coerenti con i dati di volo del DC9 potremo desumere che lo siano anche relativamente all'UFO.

L'UFO mostra una velocità al suolo di circa 330 Mt/sec, ed interpolando la posizione ed i tempi dei plot -12, 2A si ottiene che l'UFO, al momento della strage O UPT+6sec. si trovasse a circa 10 Km ad Ovest del DC9, come visibile sul disegno.

Assumendo questo dato e conoscendo la velocità dei missili aria-aria (assumeremo una velocità media di 700 Mt/sec) potremo arrivare a stimare il punto in cui la posizione dell'UFO e quella del missile da lui lanciato coincidevano.

Ne risulta un punto di lancio a circa 14 Km di distanza dallo O UPT, che si trova ancora nel tratto rettilineo della rotta dell'UFO.

Ne consegue un tempo di volo del missile, a 700 Mt/sec di 20 secondi e considerando una velocità dell'UFO di 330 Mt/sec ne consegue un lancio avvenuto alle 18:59,31 sec.

Dal tabulato di Ciampino possiamo agevolmente conoscere la posizione del DC9 Itavia alle 18:59,31 sec.

Si trova a circa 5.000 metri di distanza dal punto O UPT, distanza che a 240 Mt/sec si percorre appunto in circa 20 secondi.

Naturalmente si potrà obiettare che il radar, specie in Azimut, ha una certa tolleranza, che i missili non vanno proprio a 700 Mt/sec, che la velocità rilevata dell'UFO è calcolata rispetto al suolo e così via.

Però il nostro modello serve solo per rilevazioni macroscopiche dalle quali cercheremo poi una coerenza di danni sul relitto del DC9.

Assumendo come punto di lancio quello indicato nel disegno (UFO PL) potremo fare ancora alcune considerazioni:

1) Potremo escludere tassativamente tutti quei missili del tipo a guida IR di vecchio modello, Sidewinder AIM9B e derivati. Infatti questi missili che sono fra l'altro capaci di una gittata enormemente minore dei 14 Km indicati devono per di più essere lanciati solo nei settori di coda del bersaglio, per andare a colpire direttamente allo scarico dei motori.

2) Il punto di lancio ipotizzato, date le posizioni relative fra DC9 ed UFO, può essere considerato valido solo per i missili a guida IR Avanzata e per i missili a guida radar SARH (o ARH).

Un aggressore che lanciasse un missile a guida IR Avanzata non avrebbe avuto alcuna necessità di mantenere costante la sua rotta (come mostra di fare l'UFO dopo il lancio), ma avrebbe potuto e dovuto effettuare una manovra di sganciamento non appena eseguito il lancio, come da prassi operativa, per sottrarsi a sua volta ad eventuali attacchi impostati mentre manovrava per lanciare.

Noi però non possiamo giudicare questa considerazione come motivo sufficiente per poter escludere dall'indagine i missili a guida IR Avanzata e quindi andremo a verificare le modalità teoriche di impatto di entrambi i tipi, IR Avanzato e SARH.

Modalità teoriche di impatto per un missile IR Avanzato con puntamento dotato di sistema di analisi che permette di calcolare il "PUNTO FUTURO DI IMPATTO"

I missili IR Avanzato possono essere lanciati da qualsiasi posizione reciproca fra aggressore e bersaglio (con il limite di 150° prima descritto, (da letteratura).

Ciò perché il loro sensore può discriminare fonti di calore con differenza di temperature molto più basse rispetto ai sensori di vecchio modello.

Resta però il fatto che il missile IR di qualsiasi tipo insegue il bersaglio "vedendo" il calore.

Nel momento del lancio il DC9 si trovava sicuramente alcuni Km a Nord del punto O UPT (stimati circa 5 Km). Inoltre in un lancio siffatto la fonte di calore primaria in vista del missile sarebbe stata comunque lo scarico del motore, quello destro in particolare.

Quindi se ipotizziamo l'intervento di un missile a guida IR Avanzata ( all'epoca AIM9L Sidewinder, Matra Magic 2, Phiton 3) dovremo trovare sul relitto del DC9 chiari segni di danni nell'intorno del motore destro, con direzione dell'arma da avanti verso dietro con entrata sul lato destro ed uscita sul lato sinistro.

Nel dis. USTGEO4 possiamo verificare come, con questa modalità di puntamento (punto futuro), il missile arrivi sul bersaglio dal settore anteriore, e nello schema che stiamo esaminando di posizioni, velocità e direzioni reciproche fra DC9 ed UFO, assumendo i parametri noti ed ipotizzati prima descritti, il missile arrivi contro il DC9 con un angolo di circa 6° (96° rispetto alla rotta del DC9)

Modalità teoriche di impatto per un missile IR Avanzato con puntamento di sistema tale che mantiene sempre il missile puntato contro il bersaglio, determinando una traiettoria denominata " CURVA DEL CANE" o con sistema di puntamento detto "PROPORZIONALE" che corregge in parte questa traiettoria.

Ne consegue una traiettoria curvilinea simile a quella indicata in dis. USTGEO4 caso1 (tav.7) perché il missile avrebbe dovuto via via inseguire un bersaglio che avanzava scorrendo da Nord a Sud davanti ad esso. Quindi la direzione del missile avrebbe dovuto variare continuamente nel tempo.

Rispetto a quanto descritto nel paragrafo precedente, la differenza è che la direzione di attraversamento del missile è, in questo caso, da dietro verso avanti.

Nel disegno possiamo verificare come, con questa modalità di puntamento, il missile arrivi sul bersaglio dal settore posteriore, e nello schema che stiamo esaminando di posizioni, velocità e direzioni reciproche fra DC9 ed UFO, assumendo i parametri noti ed ipotizzati prima descritti, il missile arrivi contro il DC9 con un angolo di circa 8° (82° rispetto alla traiettoria di volo del DC9)

Possibilità di confusione del sistema di guida di un missile IR Avanzato.

Abbiamo visto che sia i missili IR, IR Avanzato o SARH possono essere confusi sia da fenomeni naturali sia da particolari effetti creati dall'uomo.

Questo si traduce in un sistema di difesa chiamato Chaffs end Flares ormai di uso comune su ogni mezzo militare.

E ovvio che il DC9 non ne fosse dotato, quindi si dovranno considerare eventuali fenomeni naturali.

In passato si è ipotizzato che un missile a guida IR Avanzata possa essere stato confuso dai riflessi del sole sulla verniciatura bianca dell'aereo o sui trasparenti dei finestrini, e per questo andare a colpire invece che il tipico punto di impatto rappresentato dall'intorno del motore, un altro punto dell'aereo.

La cosa appare altamente improbabile per i seguenti motivi :

1) la distanza è eccessiva. Se un sensore fosse in grado di rilevare un riflesso del genere a 14 Km c'è da chiedersi quale potrebbe essere la portata di quell'arma in condizioni ottimali : 100 Km, 200 ?

2) Sicuramente il DC9 lasciava dietro di se una robusta scia di condensazione, che illuminata dal sole al tramonto avrebbe costituito una ben più ampia fonte di riflessi di quelle prima descritte.

3) La fusoliera del DC9 era verniciata di bianco, non di alluminio nudo che avrebbe potuto fare da specchio.

Si dovrebbero conoscere con precisione le caratteristiche di riflettanza alle varie lunghezze d'onda e confrontarle con le caratteristiche dei sensori dei missili IR Avanzata.

4) I finestrini del DC9 sono di Polimetimetacrilato colato (nome tecnico PMMA) trasparente. Un trasparente di questo tipo ha una riflessione di circa il 5/10% della luce incidente, quindi un valore decisamente basso.

Una possibilità di confusione che abbia portato un missile IR Avanzato a colpire la fusoliera (punto freddo agli "occhi" del missile invece che lo scarico del motore (punto caldo e preferenziale) appare molto improbabile.

CONCLUSIONE : In caso di impatto di missile a guida IR Avanzata dovremo trovare i danni nell'intorno del motore destro, con il verso prima descritto.

Modalità teoriche d'impatto per un missile a guida radar SARH.

Anche i missili a guida radar SARH possono essere lanciati da qualsiasi posizione reciproca fra aggressore e bersaglio. Sempre con un limite di divergenza angolare che ci è sconosciuto.

Non sono attratti dalla fonte di calore ma dall'eco riflessa dal bersaglio.

In un lancio come quello in questione dovremmo poter trovare i danni di un missile a guida SARH sulle zone di massima riflessione radar : ad esempio in un attacco dal basso troveremo i danni sotto ed al centro fra le ali, in un attacco laterale, come nel nostro caso, dovremmo poter trovare i danni su una superfice che si oppone verticalmente alla fonte di emissione radar, in pratica in un punto su un fianco del DC9.

Sempre nel nostro caso, di tiro laterale, c'è da pensare (e si potrà verificare avvalendosi della collaborazione di esperti del settore) che la zona posteriore del DC9, caratterizzata da un insieme di oggetti a differenti inclinazioni (ala e timone di profondità con accentuata freccia) sia "meno riflettente" della zona anteriore, dove l'area che si oppone verticalmente alla illuminazione del radar dell'UFO è liscia e priva di elementi di deviazione.

(Il concetto può essere esemplificato da un semplice esempio : Una persona distante da voi tiene in mano un specchio da 1 metro e voi lo illuminate con una torcia elettrica. Se lo tiene ortogonale a voi avrete di ritorno l'immagine luminosa con una certa intensità. Se lo ruota di 45° a voi appare una proiezione di mezzo metro e gran parte della luce sarà deviata in altra direzione. A voi tornerà una intensità più bassa.

Lo studio delle forme è uno dei più importanti componenti per la realizzazione degli aerei Stealt, invisibili ai radar. Infatti se si osservano gli aerei USA F117 e B2, che hanno la caratteristica di una bassissima riflettività radar si potrà osservare che la gran parte di questa caratteristica deriva da uno studio delle forme, mentre altra parte deriva dall'utilizzo di materiali definiti radar-assorbenti).

Quindi è logico pensare che un missile a guida radar SARH, lanciato nello schema di posizioni che stiamo considerando, vada a colpire "sul tubo", cioè nella zona frà l'attaccatura delle ali e la cabina di pilotaggio.

La traiettoria dovrebbe essere sempre quella indicata nel disegno, ed il DC9 dovrebbe risultare colpito con un angolo praticamente identico a quello indicato per un missile IR Avanzato ma in una posizione nettamente diversa.

Diversa perché stiamo parlando di due armi che si dirigono su punti diversi, la fonte di calore e l'immagine radar, che nel nostro caso si trovano a molti metri di distanza l'una dall'altra, almeno nella geometria di posizioni reciproche fra DC9 e UFO che stiamo esaminando.

Riguardo al verso di impatto valgono le stesse considerazioni prima fatte in relazione ai due diversi sistemi di puntamento.

Se il missile calcola il punto futoro arriva dal settore anteriore, altrimenti, se insegue, arriva dal settore posteriore.

Gli angoli di impatto, nello schema di posizioni reciproche, sono gli stessi.

Quindi ricapitolando (disegno di riferimento DC92DB (tav.10)

Noi andremo a cercare i danni causati da un missile lanciato nello schema di posizioni reciproche fra DC9 ed UFO che stiamo esaminando:

1) Se fosse un IR Avanzato dovremmo trovare i danni nell'intorno del motore posteriore destro, con entrata sul lato destro ed uscita su quello sinistro, con verso da dietro verso avanti e con un'angolo rispetto all'asse longitudinale di circa 8° (82°).

2) Se fosse un SARH dovremmo trovare i danni nella zona di fusoliera compresa frà l'attaccatura delle ali e la cabina di pilotaggio, con entrata sul lato destro ed uscita su quello sinistro, con una direzione di attraversamento identica.

3) Se fosse un missile, sempre nello stesso schema di posizioni reciproche, dotato di capacità di calcolare il punto futuro, fermi restando i rispettivo punti di impatto (motore e fusoliera) arriverebbe dal settore anteriore, con un angolo di circa 6° (96°).

Questo sempre considerando le posizioni e le velocità reciproche, sia stimate sia conosciute.

È ovvio che i parametri sono variabili, ed i risultati, nei valori assoluti, varierebbero di conseguenza, ma a noi ora interessa costruire un modello dinamico dell'evento in modo da poter prima ipotizzare e poi riconoscere, i danni che ci interessano.

Attivazione della spoletta di prossimità.

Disegno di riferimento DC92DA (tav.9)

Quanto abbiamo descritto finora ci permette di ipotizzare dove e come un missile a guida IR Avanzato o SARH andrebbero a colpire, nel caso in esame.

Ora dovremo considerare che il missile è dotato comunque di spoletta di prossimità, e quindi dovremo verificare come questa intervenga e quali tipo di danni dovremo aspettarci di trovare.

Il compito della spoletta di prossimità è quello di attivare l'esplosione della testa di guerra in caso di passaggio del missile nelle adiacenze del bersaglio.

Questa distanza, detta "Miss distance" è indicata in letteratura e nella perizia tecnica in 5-15 metri. Noi per comodità assumeremo il valore medio di 10 metri, non conoscendo con precisione le caratteristiche della spoletta che ci interessa. Praticamente ipotizzeremo l'esistenza di un missile tipo la cui spoletta di prossimità abbia un raggio di attivazione di 10 Metri.

È intuitivo pensare che la spoletta si attivi con un certo anticipo rispetto all'istante in cui il missile sorvola il bersaglio. Ciò è necessario perché all'atto dello scoppio le schegge vengono lanciate in senso radiale con una velocità che và da 1.500 a 2.000 Mt/sec e conservano la velocità del missile nella stessa direzione (ad esempio 700 Mt/sec.) (come illustrato in tav 9)

Ne consegue una apertura ad ombrello con un angolo di circa 22° verso la direzione del moto. Come appare in dis. DC92DA se l'esplosione della testa avvenisse sulla verticale le schegge potrebbero al massimo andare a colpire l'ala, ma questo solo nel caso di un aereo di notevoli dimensioni.

Nel caso di un caccia, più piccolo del DC9 illustrato nel disegno, queste andrebbero a mancare proprio quella parte del velivolo che si vuole andare a colpire, cioè quella "ad alta densità di componenti vitali".

Si presume quindi che il progettista abbia considerato la necessità di ottenere un'arma che nell'ipotesi che non riesca a colpire direttamente il suo bersaglio e che lo sorvoli sia in grado di "centrare" i suoi effetti distruttivi sul "centro vitale" del bersaglio stesso.

Naturalmente il progettista non potrà sapere quale sarà il "centro vitale", ma si dovrà accontentare di "tarare" il missile in modo tale che le schegge vadano a colpire un qualsiasi oggetto che entri nel raggio di azione distruttivo delle schegge.

Non può variare la direzione delle schegge, ma può stimare dove queste andranno a passare, potendo calcolare la forma dell'"ombrello". Per far si che le schegge investano un oggetto rilevato dalla spoletta di prossimità dovrà semplicemente fare in modo che la spoletta guardi lungo il percorso delle schegge.

Nel dis. DC92DB si mostra come nel caso esposto sia necessario, affinché le schegge vadano a colpire la parte superiore della fusoliera, "anticipare" lo scoppio della Testa di Guerra di un certo valore rispetto al momento del sorvolo sulla verticale.

Con i parametri da noi scelti ( missile a 700 Mt/sec., schegge a 1.750 Mt/sec, Miss distance a 10 Metri) avremmo che affinché le schegge vadano ad intercettare la fusoliera la distanza di scoppio deve essere anticipata di 4 Metri rispetto al punto di sorvolo.

Quindi potremo ragionevolmente ipotizzare che una spoletta di prossimità faccia esplodere una testa di guerra, sempre, alcuni metri prima del bersaglio a distanza direttamente proporzionale alla distanza di sorvolo.

I sensori della spoletta sono disposti in senso radiale sul corpo del missile e la loro area di scoperta rappresenta ancora un "ombrello", con un angolo simile a quello coperto dalle schegge.

Inoltre si deve considerare che è ovvio che sia così: se la spoletta guardasse avanti lungo la direzione del missile non servirebbe a niente, e se le schegge nel loro moto fanno un ombrello è ovvio che io voglio colpire tutto quello che entra nel raggio di azione distruttiva delle schegge, cioè nell'ombrello.

Come potremo notare osservando il dis. DC92DB (tav. 10), che rappresenta la pianta del DC9 l'ala rappresenta un elemento che sporge di circa 12 metri dalla fusoliera.

Quindi nel nostro caso, con i missili in arrivo da destra avremo, come illustrato nel disegno, alcune posizioni in cui l'ala diventa l'elemento che attiva la spoletta di prossimità.

Per comodità nel disegno DC92DB abbiamo evidenziato tre posizioni relative a :

1) Missile IR Avanzato diretto contro lo scarico del motore destro

2) Missile genericamente diretto verso la mezzeria della fusoliera

3) Missile SARH diretto verso la mezzeria del tratto cilindrico di fusoliera.

Si noterà come nei casi 1 e 3 l'ala diventa l'elemento che attiva la spoletta di prossimità, mentre nel caso 2 la spoletta non si attiva fino a che il missile non inizia a sorvolare l'ala (o la colpisce direttamente) perché la punta dell'ala "entra nell'ombrello".

Ne consegue che, con i parametri scelti ( missile a 700 Mt/sec., schegge a 1.750 Mt/sec, Miss distance a 10 Metri) :

1) Il missile scoppia a circa 12 metri dalla fusoliera nella posizione posteriore indicata

2) Il missile scoppia contro o sopra o sotto ma a brevissima distanza dall'ala destra.

3) Il missile scoppia a circa 14 metri di distanza dalla fusoliera nella posizione anteriore indicata.

Siamo quindi in grado di definire le zone del DC9 dove dovremo andare a cercare i danni causati dalle schegge della testa di guerra. (Stiamo parlando delle schegge Pre-Formed o Fire-Formed dell'involucro esterno della testa.

Sempre nell'ambito dello schema in esame potremo a questo punto valutare gli effetti dell'esplosione, detta in gergo Blast, sulle strutture del DC9.

Precedentemente abbiamo definito i tre tipi di danni che dovremo trovare:

1) I danni causati dall'esplosione della testa di guerra contro o nelle immediate adiacenze del bersaglio .

2) I danni causati dalla rosata di schegge lanciate dalla testa di guerra sul bersaglio

3) I danni causati dalle parti del missile che vanno ad urtare contro il bersaglio.

Nel disegno DC92DB (tav.10) possiamo vedere, intorno ad ognuno dei missili posizionati, due cerchi concentrici sulla testa di guerra dell'arma.

Il maggiore, a raggio 4 metri, rappresenta la zona di danneggiamento da Blast per cariche da circa 15 Kg.

Il secondo, a raggio 2,5 metri rappresenta la zona di danneggiamento da Blast per cariche da circa 4 Kg.

Questi due valori sono stati assunti per i seguenti motivi:

Abbiamo visto dalle tabelle che i missili sulla base della massa della testa di guerra possono dividersi in due famiglie. La prima con teste di peso intorno a 10 Kg, la seconda con teste da 30 Kg in poi.

Solo una parte di questi pesi è esplosivo.

Ad esempio nel caso del Sidewinder ad un peso totale di 10,5 Kg corrisponde una massa di esplosivo di 4,5 Kg.

Per applicare la formula descritta in perizia tecnica e che permette di definire la distanza massima a cui una carica di un certo peso causa sulla struttura i danni tipici da Blast dovremo considerare il solo peso della carica esplosiva.

Come si vede nei casi esaminati 1) e 3) non potremo rilevare sul DC9 danni da Blast perché le distanze di scoppio nell'uno e nell'altro caso sono eccessive.

Nel caso 2) invece dovremmo trovare evidenti danni sulla estremità dell'ala destra.

È presumibile però, e lo valuteremo in seguito, che un certo danno, se non alle strutture almeno sulla "pelle esterna", un Blast scoppiato in quelle posizioni, debba farlo.

A questo punto abbiamo potuto definire alcuni aspetti riguardo alle tipologie e posizioni dei danni che andremo a cercare sul relitto del DC9.

Ma, per potrer adesso definire quanto al punto 3) :

3) I danni causati dalle parti del missile che vanno ad urtare contro il bersaglio.

dovremo essere in grado di poter indicare con una certa precisione dove ed in che modo il missile o i missili, sempre considerando lo schema in esame, vanno a colpire.


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