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LA
SEZIONE GIARABUB Nella sezione Giarabub di primavalle si riproducono tutte le lotte di potere tra i fascisti del Msi. Mario Mattei ne ridiventa il segretario strappandola ai duri di "Ordine Nuovo": tensioni e rivalità che sfociano in una clamorosa rissa il giorno prima dell'incendio. A primavalle in via Svampa 17. c'è la sezione Giarabub del MSI-DN, una sede isolata e malvista dai proletari del quartiere, che - forti di una solida tradizione comunista - non hanno mai lasciato spazio ai fascisti ed alle loro attività. Ma la sezione di via Svampa non è tranquilla nemmeno nel suo interno: risulta che liti e dissensi siano sempre stati all'ordine del giorno, specialmente negli ultimi tempi. Le conferme a questo clima di tensione vengono anche dagli stessi fascisti. Anna Schiaoncin, per esempio, ha parlato di due opposte correnti: i "falchi", legati agli ultras di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale, e le "colombe" almirantiane. - Intervista al "Messaggero" del 18 aprile - Dalle sue dichiarazioni si ricava che la situazione, dopo continue liti e spaccature, si è stabilizzata nel 1971. E' un anno importante, questo, per le vicende dei fascisti nella zona. La federazione romana del MSI decide, infatti, di seguire una prassi consolidata dacchè molte organizzazioni periferiche del partito si sono dimostrate troppo sporche e avventurose, e chiude la sede del quartiere Boccea. |
Gli appartenenti, legati ad Ordine Nuovo, si erano imbarcati in azioni di violenza troppo pericolose e troppo difficili da coprire. Gli ultras si erano legati alla famiglia fascista dei Quintavalle, in operazioni di traffico d'armi e nella organizzazione di piccoli "racket" locali di taglieggiamento dei commercianti.
Da Boccea, la maggior parte degli iscritti si
trasferisce, allora, a Primavalle, mentre Mattei e i suoi
seguaci se ne allontanano per un anno, preferendo alle
riunioni ufficiali in sezione i convegni ufficiosi in un
bar della zona. Ma, caduta in mano ai "falchi",
la sezione ebbe vita difficile, fino ad essere chiusa.
Per riaprirla fu chiamato proprio Mario Mattei. Ed era logico che questo nuovo segretario, reintegrato nella carico nel segno della "normalizzazione", non avesse vita facile. Dice, la Schiaoncin in un intervista al "Messaggero": "... ce l'avevano con Mario Mattei, che è troppo buono. Lo rimproveravano di essere contrario alla violenza. Perchè lui, diceva sempre no quando volevano imbarcarlo in qualche impresa violenta o volevano spingerlo a reagire alle provocazioni dei "rossi"... Il loro scopo era quello di far chiudere la sezione. Hanno cercato in tutti i modi di buttarlo giù, e non ci erano mai riusciti. Solo ora ci sono riusciti, colpendogli i figli." Le dichiarazioni della Schiaoncin suscitarono grande clamore. E la stessa Schiaoncin venne intervistata sul "Borghese" del 19 aprile. A proposito delle liti interne alla sezione del Msi di Primavalle, l'intervistatore le chiese: "Al centro dell'intervista al "Messaggero" c'è un racconto sulle vicende della sezione del Msi. Sono parole sue?" E lei rispose: "... il giornalista mi aveva detto molte cose su quello che era successo nella nostra sezione, ed io perciò ho cercato di specificare meglio". |
Gianni Quintavalle |
Marcello Schiaoncin |
Di Meo, aveva aderito a Ordine Nuovo e si vantava
spesso di poter disporre di picchiatori fascisti molto
noti, come Bruno Di Luia e Franco Fidanza.
Questo lo conferma anche Vilfredo Zampetti, un altro
iscritto della sezione, simpatizzante di Ordine Nuovo, il
quale parla apertamente di Di Meo e di Fidanza come di
dissidenti non più in linea con l'attività del partito
da quando Mattei era divenuto segretario della
"Giarabub". E le stesse cose sono ammesse dal vicesegretario della sezione "Giarabub", Mancini: "Questi di Ordine Nuovo credono di farci paura, ma quelli come me, vecchi camerati che hanno visto tempi peggiori, non hanno paura. Se non la piantano finirà come tra ebrei e palestinesi" - Intervista a "Paese Sera" del 20 aprile. Mario Mattei, è noto per essere il pupillo di Alberto Rossi, ex pugile detto il "Bava", capo dei volontari nazionali, vale a dire dell'organizzazione paramilitare del Msi, ed è anche tra gli indiziati per il "golpe" di Junio Valerio Borghese. |
Questo l'ambiente fascista in cui si muovono i duri
della "Giarabub", la maggioranza dei quali,
d'altra parte - spazzini di professione - sono stati
assunti alla Nettezza Urbana con gli appoggi di Michele Marchio,
deputato e consigliere comunale missino e di Luigi
Turchi, deputato neofascista. |
Virgilio Mattei e Giorgio Almirante
Mario Mattei con il figlio Virgilio Michele Marchio e Almirante |
Risulta dai verbali del commissariato che di questo cartello
si parla solo tre giorni dopo l'attentato. La Schiaoncin afferma
che a consegnare il cartello alla polizia fu il segretario Mario
Mattei, il quale lo portò al commissariato dopo che la sede
missina l'11 aprile, subì un attentato. Viceversa il commissario
di PS di Primavalle, dottor Adornato, dichiara al magistrato -
4.5.73. Atti, vol 2 "fascicolo3" - che il cartello fu
consegnato non già da Mattei, bensì dalla stessa Schiaoncin e
non già dopo l'attentato dell'undici aprile, bensì qualche
giorno prima. Adornato afferma che la Schiaoncin dichiarò di
averlo trovato sul lunotto posteriore dell'auto bruciata.
Il fantomatico cartello è un foglio a quadretti sul quale con un
pennarello blu era scritto "Contro i fascisti. Guerra di
classe. Brigata Tanas". La scelta del nome Tanas ha lo scopo
di attribuire la responsabilità dell'attentato alla sinistra e
in particolare a Potere Operaio, che fino ad un anno prima aveva
intitolato all'operaio Giuseppe Tanas, la propria sezione di
Primavalle.
L'undici aprile la sezione "Giarabub" subisce un
attentato; sotto la finestra vengono ritrovati un detonatore, una
miccia e vari frammenti di un foglio di carta a quadretti, che,
ricostruito, mostra una scritta identica negli slogan e nella
firma a quella di 4 giorni prima.
Il giorno dopo l'attentato Mario Mattei, si scagliò contro gli
aderenti al nucleo giovanile (di cui il figlio Virgilio era il
segretario), accusandoli di essere gli esecutori materiali
dell'operazione. - Interrogatorio del 20.4.73. Atti, vol. 5°, p.
46 -
Mario Mattei citò un tascapane verde, lasciato sul luogo, che
dichiarò di riconoscere per quello di un giovane aderente.
Sono quelli giorni particolarmente difficili per il Movimento
sociale italiano: a Milano il 12 aprile viene ucciso l'agente di
PS Antonio Marino. Pochi giorni prima Nico Azzi ha fallito per
poco il suo terribile attentato sul direttissimo Torino-Roma, che
se fosse riuscito avrebbe causato la più grave strage del
dopoguerra, e soprattutto si sarebbe risolto in una nuova
montatura contro la sinistra rivoluzionaria. A questo scopo
vengono infatti lasciati sul treno giornali di Lotta Continua e
Potere Operaio.
Lo stesso Mattei, affermerà al magistrato: "Il Lampis mi riferì che l'attentato
con la "molotov" alla nostra sezione era stato fatto da
giovani retribuiti con trentamila lire" - Interrogatorio del
18 aprile. Atti vol. 5°, p. 30 -
Anna Maria Mattei dice nell'interrogatorio del 26 aprile:
"Altra cosa che mi insospettisce circa il comportamento del
Lampis, è la perfetta conoscenza che lo stesso ha dimostrato di
avere dei residui delle bombe scoppiate alla sezione. Il Lampis
dopo un sommario controllo ai residui rimasti sul luogo dello
scoppio è stato in grado di dare una descrizione, a mio
giudizio, esatta se non addirittura perfetta. Inoltre, circa un
anno fa subimmo il primo attentato alla sezione... rammento che
all'esterno della porta fu rinvenuto una specie di cestello
metallico che conteneva un recipiente di vetro rotto. Il Lampis
esaminò brevemente l'oggetto e poi disse un nome tecnico.. a
proposito del liquido contenuto. Poco dopo venne l'artificiere
Scrofani che esaminò l'oggetto e... disse qual era la
composizione combustibile, che era esattamente quella indicata
prima dal Lampis. Rimasi sbalordita dalla coincidenza e ne parlai
con mio marito. Cominciammo a stare attenti nei confronti di
Lampis." - Atti. vol. 5° p. 17 -
Il giorno 14 scoppia una rissa tra i camerati della
"Giarabub" e il Mattei prende a pugni Zampetti e lo
butta fuori dalla sezione.
Le faide interne alla sede fascista di Primavalle e alcuni
attentati, davvero troppo "strani", altro non erano se
non l'ultimo atto di una violenta faida interna. L'ultimo atto? o
non l'ultimo?