Indice
Primavalle è rossa
la sezione "Giarabub"
il fatto
i protagonisti
alcuni giorni prima
quella sera
la notte
le tante strade della provocazione
il veggente di borgata
il supertestimone
un certo Mulas
i luoghi ed i volti
il cartello fantasma
incendio a porte chiuse
la tanica scomoda
 
i camerati si telefonano
perizia e controperizia
PRIMAVALLE E' ROSSA
Nella borgata romana più povera ventimila lire al mese il reddito, le sinistre raccolgono il 60 per cento dei voti.
Il quartiere ha vissuto grandi momenti di lotta proletaria. Ai fascisti resta solo la malavita.Primavalle non è un ghetto: è un quartiere rosso in cui la sinistra raccoglie il 60% dei voti. Il Pci è il partito egemone con una solida tradizione di organizzazione e di lotta. E da almeno due anni la sinistra rivoluzionaria, attraverso una serie di lotte significative, vi ha conquistato un suo spazio e creato una sua organizzazione, diventando un punto di riferimento per i proletari.
Questo quartiere è una città. Contando anche la zona di Torrevecchia, ormai saldata al quartiere, ci abitano 140.000 persone: quante ne vivono a Monza o Pavia. Nella Primavalle vera e propria, su un'area di appena 190 ettari, abitano 80.000 persone: la popolazione di Varese. Ma questa città è anche un inferno: 4.200 persone per un chilometro quadrato: uno degli indici di densità demografica più allucinanti d'Italia.
Una strada fra due piazze, manciate di baracche, livide casermette dell'istituto case popolari, qualche palazzina della speculazione edilizia, 32 lugubri lotti con in mezzo qualche superstite lingua di terra zellosa, una ragnatela di stradine sfossicate che non portano in nessun posto: è uno dei paesaggi più spettrali e disumani della cinta periferica romana.
I lotti sono 32. Costruiti per durare 10 anni, sono abitati da 40. I peggiori sono i primi diciotto, dove abitano 4.000 famiglie, quasi 20.000 persone. E' vero che pagano un affitto irrisorio - 3.000 lire al mese - ma in cambio, nei lotti 1, 15, 16 e 17, hanno a disposizione una sola stanza, una cucina di un metro per un metro e un gabinetto anche più piccolo, dove non c'è che la tazza e un lavandino.

Come tutte le borgate di Roma anche primavalle è un prodotto del fascismo. Incominciarono a costruirla negli anni trenta con un duplice obiettivo: premiare la speculazione edilizia e imprigionarvi gli sfollati dello sventramento del centro storico.Una dichiarazione resa nel '36 dal portavoce governatore di Roma Boncompagni Ludovisi, illustra il carattere autoritario e repressivo di questa presunta operazione di bonifica: "Occorre trasportare tali famiglie di irregolare composizione e di precedenti morali non buoni... su terreni di proprietà del governatorato, siti in aperta campagna e non visibili dalle grandi arterie stradali, ove sarebbe loro concesso di costruire le abitazioni con i materiali e i manufatti abbattuti sotto la sorveglianza di una stazione di reali carabinieri e di milizia volontaria di sicurezza nazionale".

Oggi primavalle è la più povera delle borgate romane. Il reddito pro-capite, secondo i calcoli del Comune, è di 290.000 lire annue: persino dove prevalgono i baraccati si guadagna di più. E' forse il reddito più basso d'Italia. La disoccupazione raggiunge il 20% della forza-lavoro. Davanti al bar principale, proprio davanti alla chiesa, decine di uomini, ogni mattina aspettano che arrivi qualcuno a offrirgli una giornata di lavoro.
A questo stato di cose si è giunti attraverso una storia che, come quella di molti altri quartieri romani, è la storia dell'immigrazione di migliaia di proletari, legata alle fasi alterne del ciclo dell'edilizia. E' questo il fattore che ha consentito, nonostante la miseria e la disgregazione, un accumulo di esperienze politiche e la nascita di quella forte disponibilità alla lotta che è il tratto fondamentale di questo tessuto proletario.

A primavalle, si è giunti a significativi momenti di lotta che hanno determinato la crescita del processo organizzativo. Il risultato più alto resta in tal senso la creazione del comitato operaio-edile del quartiere, sorto attraverso le lotte per il rinnovo del contratto edile del 1972.
L'organizzazione operaia ha trovato in questo comitato un punto di raccordo e di moltiplicazione. Intorno a questo strumento organizzativo ormai si coagulano altri momenti fondamentali di lotta: per la casa, per la creazione dei comitati di lotto, per la creazione del comitato di quartiere, per gli indispensabili servizi sociali. Cresce in tal modo il livello organizzativo: le assemblee nei cantieri con gli operai del comitato; i cortei di zona per il rinnovo del contratto edile - 1972 -; le occupazioni di case nel novembre 1971, queste sono alcune tappe del programma di intervento portato avanti dalla sinistra rivoluzionaria e in particolare da Potere Operaio, Lotta Continua, Viva il Comunismo.
Un costante collegamento si aveva con le scuole, nasce la figura dello studente-lavoratore, nel dicembre 1972 viene occupato il Castelnuovo contro i costi dello studio e l'organizzazione della didattica.

Pare ovvio che a primavalle , quindi, non c'è spazio per i fascisti. Ridotti a una sparuta minoranza, divisi al loro interno, i fascisti, non sono soltanto isolati, ma completamente ignorati. E i proletari sanno benissimo che la loro presenza nel quartiere è un fatto "artificiale", voluto e tenuto in piedi per un unico scopo: tentare di spezzare la lotta operaia. Le loro armi sono come sempre, la violenza cieca, il ricatto, la provocazione. Ma contro questi metodi, e contro l'ideologia che li giustifica, i proletari, gli studenti, i militanti della sinistra rivoluzionaria hanno sempre lottato togliendo loro ogni possibile spazio.
Ai fascisti resta solo un'area di manovra: quella offerta dalle frange più isolate e ricattabili del sottoproletariato: una zona di malavita, anch'essa isolata e divisa che i fascisti sfruttano per taglieggiare i piccoli commercianti della zona, e per organizzare azioni squadristiche nelle zone circostanti e più "sicure" di monte mario e di boccea.

Tutte queste attività, per altro limitate, fanno capo a un gruppo fascista di boccea, la famiglia Quintavalle: elementi dediti al reclutamento di picchiatori e coinvolti in un traffico di armi di cui tirano le fila nella zona. Collegati a questa famiglia, con l'appoggio degli squadristi legati a Bruno Di Luia, sono poi i piccoli rackets della borgata, sorti grazie alla connivenza benevola del commissariato di zona.
La realtà di una presenza politica organizzata di classe ha trovato una conferma nella risposta che i proletari di primavalle hanno saputo dare non appena fu montata contro i militanti di Potere Operaio l'accusa di aver causato l'incendio a casa del segretario della sezione fascista. La reazione è stata immediata ed è subito sfociata in una grande manifestazione: quel corteo del 25 aprile con cui gli operai e studenti hanno percorso le strade del quartiere al grido di "Liberiamo Lollo" e "Primavalle rossa".