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LA NOTTE Scoppia
l'incendio. L'allarme viene dato alle 3 e 27 ma il fuoco
c'è già da almeno mezz'ora. I Mattei sono costretti ad
ammettere che le fiamme erano nell'appartamento prima che
la porta fosse aperta. Ma i giudici non vogliono saperlo,
anche se le testimonianze sono molto contraddittorie. Ugualmente Mario Mattei, che nel suo primo interrogatorio ha citato le molotov - Interrogatorio del 16.4.1973. Atti, vol. 5° p.2 |
"Durante la notte sono stato svegliato da Virgilio che mi disse che la porta di casa era in fiamme perché ci avevano gettato contro una molotov" - successivamente dirà: "Fui svegliato da mia moglie ovvero dalle grida di Virgilio. Mi alzai dal letto, Virgilio stava nella sua stanza e telefonava al 113. Uscendo dalla stanza da letto scivolai per terra. Sul pavimento vi era qualcosa di viscido. Notai che c'erano delle fiammelle azzurrognole, erano ancora piccoline. Venni però ustionato..." - Interrogatorio del 5.6.1973. Atti, vol. 5°. Le ustioni riportate da Mattei dimostrano proprio la sua scivolata: sono infatti riscontrate "ustioni di 2° e 3° grado arti inferiori, regione peronale, glutea, naso, avambraccio dx" Atti, vol. 1° p.220 -
Mario Mattei corre allora nella stanza delle ragazze
e la figlia Silvia lo aiuta a spegnare con una coperta le
fiamme che lo avvolgono; si reca quindi nell'ingresso e
riesce ad aprire la porta, nonostante le fiamme siano
già alte. Ma da tutto ciò risulta proprio quello che i periti vogliono nascondere, cioè ancora prima che fosse aperta la porta d'ingresso, le fiamme erano già dentro l'appartamento. Ad avallare questa affermazione è la stessa moglie - Interrogatorio del 16.4.1973. Atti, vol. 5° p.1 - : "... mio marito è balzato dal letto ed ha aperto la porta. Il vano d'ingresso era pieno di fiamme". Sarà poi Silvia a dichiarare: "Papà prese un estintore, del tipo a boccione, che si devono rompere sulle fiamme. Subito dopo vidi una grande fiammata avvolgere mio padre, che si gettò sul mio lettino nel tinello..." - Interrogatorio del 23.4.1973. Atti, vol. 5° p.54 |
Mario Mattei, torna nel tinello e con le due figlie va in
cucina, alza la serranda, prende con se Lucia e si butta sul
terrazzino di sotto. - Interrogatorio del 23.4.1973. Atti, vo.
5° p.55
Anna Maria Mattei è l'unica che si mette in salvo uscendo dalla
porta d'ingresso insieme ai figli, Antonella e Giampaolo, e
grazie all'aiuto dell'inquilino di fronte.
Lo stesso inquilino che dichiara: "... aprii la porta e fui avvolto da una vampata di fumo e di caldo... le fiamme divampavano nell'interno della casa (dei Mattei), sul pianerottolo non c'erano fiamme". - Interrogatorio del 19.5.1973. Atti, vol. 5° p.147 Virgilio e Stefano Mattei nonostante la loro camera fosse la più vicina alla porta d'ingresso, non riescono a mettersi in salvo per le medesime strade percorse dalla mamma e dai fratellini.
Che cosa può significare tutto ciò?
Soltanto che l'incendio era divampato, ed era più feroce,
proprio davanti alla loro stanza.
Secondo Mario Mattei a chiamare il "113" è il figlio
Virgilio - Interrogatorio del 5.6.1973. Atti, vol. 5° p. 163 -
dall'unico apparecchio esistente nell'appartamento. Anche Silvia
dichiarerà di aver sentito Virgilio telefonare: ".. ho
sentito la voce di Virgilio che parlava al telefono, ma non ha
finito la frase. Forse il fuoco aveva già bruciato il
filo..." - Dal Messaggero del 18.4.1973