Indice
 
Primavalle è rossa
la sezione "Giarabub"
il fatto
i protagonisti
alcuni giorni prima
quella sera
la notte
le tante strade della provocazione
il veggente di borgata
il supertestimone
un certo Mulas
i luoghi ed i volti
il cartello fantasma
incendio a porte chiuse
la tanica scomoda
 
i camerati si telefonano
perizia e controperizia
LA NOTTE

Scoppia l'incendio. L'allarme viene dato alle 3 e 27 ma il fuoco c'è già da almeno mezz'ora. I Mattei sono costretti ad ammettere che le fiamme erano nell'appartamento prima che la porta fosse aperta. Ma i giudici non vogliono saperlo, anche se le testimonianze sono molto contraddittorie.
Le prime dichiarazioni di Anna Maria Mattei, riportate dai quotidiani - "Il Tempo, Momento Sera, Giornale d'Italia del 17.4.1973 - parlano di una molotov lanciata dall'esterno contro la porta d'ingresso, lei stessa cerca di inseguire nell'"incerto chiarore dell'alba" gli attentatori perdendone le tracce.
"Suonarono alla porta, andai ad aprire ed alcuni sconosciuti buttarono all'interno dell'appartamento una molotov, dandosi poi alla fuga" - "Giornale d'Italia del 16 e 17.4.1973
Ricevere visite alle tre di notte non è certo usuale....
Esiste nella loro porta d'ingresso uno spioncino che permette di vedere chi suona....
Chi eventualmente è arrivato non soltanto doveva essere persona conosciuta, ma perfino un amico "fidato" dei Mattei... erano le tre di notte!!

Ugualmente Mario Mattei, che nel suo primo interrogatorio ha citato le molotov - Interrogatorio del 16.4.1973. Atti, vol. 5° p.2

"Durante la notte sono stato svegliato da Virgilio che mi disse che la porta di casa era in fiamme perché ci avevano gettato contro una molotov" - successivamente dirà: "Fui svegliato da mia moglie ovvero dalle grida di Virgilio. Mi alzai dal letto, Virgilio stava nella sua stanza e telefonava al 113. Uscendo dalla stanza da letto scivolai per terra. Sul pavimento vi era qualcosa di viscido. Notai che c'erano delle fiammelle azzurrognole, erano ancora piccoline. Venni però ustionato..." - Interrogatorio del 5.6.1973. Atti, vol. 5°. Le ustioni riportate da Mattei dimostrano proprio la sua scivolata: sono infatti riscontrate "ustioni di 2° e 3° grado arti inferiori, regione peronale, glutea, naso, avambraccio dx" Atti, vol. 1° p.220 -

Mario Mattei corre allora nella stanza delle ragazze e la figlia Silvia lo aiuta a spegnare con una coperta le fiamme che lo avvolgono; si reca quindi nell'ingresso e riesce ad aprire la porta, nonostante le fiamme siano già alte.
Ma da tutto ciò risulta proprio quello che i periti vogliono nascondere, cioè ancora prima che fosse aperta la porta d'ingresso, le fiamme erano già dentro l'appartamento.
Ad avallare questa affermazione è la stessa moglie - Interrogatorio del 16.4.1973. Atti, vol. 5° p.1 - : "... mio marito è balzato dal letto ed ha aperto la porta. Il vano d'ingresso era pieno di fiamme".

Sarà poi Silvia a dichiarare: "Papà prese un estintore, del tipo a boccione, che si devono rompere sulle fiamme. Subito dopo vidi una grande fiammata avvolgere mio padre, che si gettò sul mio lettino nel tinello..." - Interrogatorio del 23.4.1973. Atti, vol. 5° p.54

Mario Mattei, torna nel tinello e con le due figlie va in cucina, alza la serranda, prende con se Lucia e si butta sul terrazzino di sotto. - Interrogatorio del 23.4.1973. Atti, vo. 5° p.55
Anna Maria Mattei è l'unica che si mette in salvo uscendo dalla porta d'ingresso insieme ai figli, Antonella e Giampaolo, e grazie all'aiuto dell'inquilino di fronte.

Lo stesso inquilino che dichiara: "... aprii la porta e fui avvolto da una vampata di fumo e di caldo... le fiamme divampavano nell'interno della casa (dei Mattei), sul pianerottolo non c'erano fiamme". - Interrogatorio del 19.5.1973. Atti, vol. 5° p.147 Virgilio e Stefano Mattei nonostante la loro camera fosse la più vicina alla porta d'ingresso, non riescono a mettersi in salvo per le medesime strade percorse dalla mamma e dai fratellini.

Che cosa può significare tutto ciò?
Soltanto che l'incendio era divampato, ed era più feroce, proprio davanti alla loro stanza.
Secondo Mario Mattei a chiamare il "113" è il figlio Virgilio - Interrogatorio del 5.6.1973. Atti, vol. 5° p. 163 - dall'unico apparecchio esistente nell'appartamento. Anche Silvia dichiarerà di aver sentito Virgilio telefonare: ".. ho sentito la voce di Virgilio che parlava al telefono, ma non ha finito la frase. Forse il fuoco aveva già bruciato il filo..." - Dal Messaggero del 18.4.1973