Indice
 
Primavalle è rossa
la sezione "Giarabub"
il fatto
i protagonisti
alcuni giorni prima
quella sera
la notte
le tante strade della provocazione
il veggente di borgata
il supertestimone
un certo Mulas
i luoghi ed i volti
il cartello fantasma
incendio a porte chiuse
la tanica scomoda
 
i camerati si telefonano
perizia e controperizia
I PROTAGONISTI

Mario Mattei

48 anni, ex repubblicano; iscritto al Msi del 1951, segretario della sezione Giarabub di primavalle.

Il partito gli trova nel '70 un posto al comune come netturbino. Nel '71 viene promosso da netturbino ad impiegato nel censimento.

Vive, fino al '63 nel dormitorio di primavalle, poi ha la casa in "regalo". Il suo nome era tra gli indiziati di reato per il golpe del "principe nero" Junio Valerio Borghese.

Nel '70 viene spodestato dai duri, ma nel '71 riconquista la segreteria della sezione. "Sistema", affidando loro cariche di primo piano nella sezione, la moglie (che diventerà responsabile dell'organizzazione femminile) ed il figlio Virgilio - che diventerà segretario della sezione giovanile -.

Rappresenta nella sezione la corrente almirantiana del Msi; si trova per questo in costante polemica con tutti gli oltranzisti della sezione capeggiati dal Di Meo.

Anna Maria Macconi in Mattei

43 anni, attivamente impegnata nella vita politica della sezione Giarabub: il marito le aveva infatti assegnato nel '71 la responsabilità dell'organizzazione femminile; a primavalle passa come l'elemento più arrabbiato della famiglia. E' stata l'ultima ad essere ricoverata all'ospedale - alle 5.45 - e, dopo essersi messa in salvo - poco dopo le tre - si aggira nel cortile urlando: "avete visto il cartello ? i comunisti, i comunisti..."

Almirante la andrà a trovare in ospedale e si intratterrà con lei per più di un'ora.

Sempre i suoi interrogatori - peraltro mai molto dettagliati - si concludono con la stessa frase: "Mi riservo di aggiungere altre cose dopo aver parlato con l'avvocato Marchio".

A Palestrina, dove il Msi sta facendo costruire una villa per i Mattei, quanti l'hanno vista ultimamente confermano il suo atteggiamento duro e "arrabbiato"; i testimoni affermano inoltre che la Mattei si è, quest'estate, lamentata del fatto che gli avvocati del partito la starebbero piano piano sganciando.

Inoltre, fatto assai rilevante e coerente con quanto lei stessa affermò negli interrogatori, tutti dicono che quando Lampis fu rimesso in libertà - nel luglio '73 - la Mattei era spaventatissima ed in preda al panico: che poteva dire o aver detto il Lampis da terrorizzarla tanto?

Virgilio Mattei

22 anni, segretario giovanile della sezione giarabub di via Svampa. Definito un "feroce anticomunista disposto a tutto per contestare l'avanzata del comunismo". Faceva parte del servizio d' ordine del Msi di Roma. Riceve nella settimana prima dell'incendio frequenti visite di Lampis.

L'undici aprile, dopo un attentato al tritolo contro la sezione, Mario Mattei si scaglia violentemente contro gli aderenti al nucleo giovanile - diretti proprio dal figlio - accusandoli di essere gli esecutori materiali dell'operazione.

Angelo Lampis

Angelo Lampis

Nato a Pabillonis - Cagliari - nel 1937; sposato con 6 figli. Arriva a Roma nella primavera del '66, lavora come manovale, nel '68 entra all'Autovox, ma si licenzia tre mesi più tardi; nel '69 per interessamento del commissariato di Montesacro, ottiene cinque stanze nel dormitorio pubblico di primavalle e, successivamente, un box indipendente con ingresso direttamente sulla strada. Dichiara di essere da sempre simpatizzante del Msi. Si iscrive al partito nel '70. Ha la sua prima tessera nel '71. La sua posizione nella sezione "giarabub" di primavalle non è chiara. L'unico elemento certo è che gode di una totale autonomia rispetto agli altri iscritti.

Il giorno prima dell'incendio comprerà una macchina fotografica e se ne servirà la domenica mattina per fotografare i militanti della sinistra che vendono giornali e distribuiscono volantini nel quartiere.

La sera del 15, sei ore prima dell'incendio, andrà a casa Mattei e parlerà con Virgilio "predicendogli" un attentato con benzina. Alcuni inquilini del dormitorio dicono che la notte del 15 Lampis non ha dormito a casa. Quello che è certo è che sarà tra i primi presenti sul luogo dell'incendio e verrà anche visto mentre scatta fotografie nel cortile di casa Mattei.

Nella perquisizione a casa sua vengono trovate armi, munizioni, taniche, libretti di circolazione rubati. Man, mano che il ruolo del Lampis nella faccenda si fa sospetto, il Msi, come è solito fare con i camerati che si scoprono troppo, attua una rapida operazione di sganciamento, fino a definirlo un provocatore.

Anna Menna in Schiaoncin

31 anni, attivista del Msi di primavalle è conosciuta nella borgata come Anna la fascista, per il suo fanatismo politico. Sposata con Marcello Schiaoncin, ha da molto tempo una relazione sentimentale con Mario Mattei. Il 17 aprile alle 11.30 andrà a trovare Mario Mattei al Sant'Eugenio e gli farà consegnare un biglietto; lo chiamerà poi al telefono interno dell'ospedale: "... la colpa è tua, sanno che sei un cervellone e gli davi fastidio..."

La più grossa imprudenza della Schiaoncin sarà quella di rilasciare un'intervista al Messaggero in cui racconta dettagliatamente le tensioni, le liti e i conflitti che caratterizzavano la sezione negli ultimi anni; è all'interno di questa intervista che attribuirà indirettamente la responsabilità dell'attentato contro i Mattei ai dissidenti della sezione: parla anche di un "traditore". Questa "sconveniente" intervista farà si che il Msi nasconderà i coniugi Schiaoncin per ben due giorni in un posto sicuro rispedendoli poi, ammaestrati alla meglio, al giudice. Durante l'interrogatorio del marito, battendo i pugni sulla porta griderà "cretino, non fare nomi!"

Marcello Schiaoncin

42 anni, autista in un deposito di bibite; militante di secondo piano della sezione missina di via Svampa - Speranza lo definisce l'ultima ruota del carro -, era negli ultimi tempi addetto a controllare gli eventuali attacchi alla sezione. Sarà lui a ricevere nella notte del 15, contemporaneamente al divampare dell'incendio, una telefonata da Virgilio Mattei.

Aldo Speranza

38 anni, netturbino - XXIX ripartizione - iscritto al partito repubblicano, attivista della sezione di primavalle, abita in via Bembo lotto 19 - nello stesso stabile degli Schiaoncin -. Il suo diretto capo sul lavoro è Alessio Di Meo. Vive a stretto contatto di gomito col Di Meo e con l'altro spazzino di Ordine Nuovo, Fidanza, con i quali ha un rapporto controverso: nel settembre '72 viene infatti picchiato a sangue dai due e durante la rissa perde alcuni denti.

Nella vicenda di primavalle riveste il ruolo di superteste d'accusa. Sarà lui a fare per primo i nomi di "Achille e Marino", facendo confusione tra Marino Sorrentino e Marino Clavo.

La sua storia processuale è quella tipica di un provocatore: da superteste diventa testimone reticente, poi correo, e infine, scagionato dall'accusa di strage è di nuovo superteste.

Nel frattempo, malgrado l'imputazione di strage, era stato rimesso in libertà provvisoria. Nel febbraio '74 lo Speranza si distingue in nuove imprese: mazziere stipendiato dai padroni fascisti dei cantieri del Nuovo Salario, ha capeggiato le squadracce assoldate per respingere i proletari e gli operai che occupavano le case.

Alessio Di Meo

37 anni. Caposquadra della 29 zona della N.U. ha alle sue dipendenze il netturbino Aldo Speranza. Abita in via Simone Mosca a primavalle. Iscritto al Msi dal '51; ha sempre mirato a ricoprire la carica di segretario della sezione di via Svampa, ma è stato messo in minoranza dai "moderati almirantiani" con a capo Mattei. Dal '72 non frequenta attivamente la sezione fascista. E' tra i promotori della cellula Ordine Nuovo di boccea e diventa il rappresentante dell'oltranzismo fascista a primavalle. Da venerdì 13 a lunedì 16 prende 4 giorni di permesso al lavoro. Il lunedì mattina va, insieme a Fidanza, dal commissario di primavalle, Adornato, a fare il nome di Speranza: "lui sa tutto". Va poi da Speranza a "convincerlo", pistola alla mano, ad "andare a fare i nomi" alla polizia.

Franco Fidanza

39 anni, netturbino diretto subalterno del Di Meo. Abita in via Giuseppe d'Annibale a primavalle. Iscritto alla sezione missina i via Svampa, è anche lui un duro di Ordine Nuovo, conosciuto come l'ombra di Di Meo. Insieme hanno guidato squadracce contro il liceo Castelnuovo durante gli scioperi studenteschi del 1972: sempre insieme, incastreranno lo Speranza come "uno che sa molte cose".

Antonio Pais

28 anni, abita in Bartolomeo Abanzini. Iscritto al Msi è contemporaneamente esponente di Ordine Nuovo. Nella primavera del '70 all'università di Roma insieme al fratello Rocco - aderente a Nuova Europa - partecipa alle azioni squadristiche di Avanguardia Nazionale contro il Movimento Studentesco. E' anche lui segnalato dal Mattei come uno dei duri della sezione giarabub.

Michele Marchio

45 anni, avvocato, consigliere comunale del Msi. Diventa deputato subentrando a De Lorenzo; fa parte della direzione centrale del partito. Sarà tra i primi ad arrivare sul posto dell'incendio prelevandone il Lampis e la Schiaoncin.