- Indice
-
- Primavalle
è rossa
la sezione "Giarabub"
- il
fatto
i protagonisti
alcuni giorni prima
quella sera
la notte
le tante strade della
provocazione
il veggente di borgata
il supertestimone
un certo Mulas
i luoghi ed i volti
il cartello fantasma
incendio a porte chiuse
la tanica scomoda
-
- i
camerati si telefonano
perizia e controperizia
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UN
CERTO MULAS La mattina di lunedì 16
aprile, a poche ore dalla tragedia, un uomo viene
interrogato negli uffici del Commissariato di Primavalle:
il suo nome è Paolo Mulas. Non si conosce cosa abbia
detto nè le domande che magistrati e polizia gli hanno
posto: ufficialmente non esiste. Nei giorni successivi
infatti si cerca di far scomparire insieme all'atto di
deposizione, anche il ricordo di questo personaggio.
Eppure, per le inevitabili smagliature che queste
operazioni si portano dietro, il silenzio non viene
rispettato e sono proprio i giornali fascisti a fornire
le prime informazioni sull'importanza e sul ruolo di
quest'uomo da nascondere: "Un elemento di notevole
importanza è stato fornito dalla signora Anna Maria
Mattei. Si tratta di un nome, Paolo , fatto dalla donna
poco dopo il suo ricovero in ospedale.
La donna infatti ha detto: "Cercate un certo
Paolo, per me lui sa tutto, stava lì questa notte in
mezzo agli altri" - Giornale d'Italia del 17.4.1973
"Prima di essere portata al S. Spirito grida:
"Cercate Paolo... lui sa tutto!" - L'Unità del
18 aprile 1973
Anche il quotidiano fascista, il Secolo d'Italia, scrive
il 17 aprile: "Interrogata al S. Spirito da Sica il
16 mattina ha detto che tra coloro che minacciavano il
marito c'è un certo Paolo, precisando che: - lui sa
tutto, questa notte era con gli altri -"
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Il giorno dopo salterà fuori anche il cognome di questo
"Paolo" e sarà ancora il Secolo d'Italia a renderlo
noto insieme alla notizia che l'uomo è stato interrogato e
fermato per reticenza: "La sera del 17 il giudice Sica ha
fermato Paolo Mulas per reticenza".
Con il trascorrere dei giorni, poi, questo nome tornerà
sempre più spesso alla ribalta; scrive infatti il
"Manifesto" del 21.4.1973: "il Commissariato di
Primavalle ha fornito una notizia interessante: lunedì, il
giorno stesso dell'incendio, in casa Mattei, si presentò al
Commissariato un missino di nome Paolo Mulas, il quale fece il
nome di un altro missino, Angelo Lampis"
La stessa notizia sarà riproposta dal Messaggero del
29.4.1973: "Pare che il nome di Lampis sia stato fatto alla
polizia da un certo Mulas."
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A confermare l'esistenza di Mulas e ad indicarne
l'importanza per le indagini, sarà del resto lo stesso
Provenza in una imprudente conferenza stampa tenuta in
questura e riportata tra gli altri dal quotidiano
"il Tempo": "Il capo dell'ufficio
politico, Provenza, pur non nascondendo la complessità
del caso, ha affermato che si era ormai su una pista
abbastanza consistente. Provenza ha dichiarato che gli
inquirenti annettono un'importanza decisiva alla
testimonianza di un amico di Mario Mattei, che,
accompagnato dall'avvocato Marchio, si è recato nel
pomeriggio dal dottor Sica. Egli avrebbe riferito che
nella serata di domenica il segretario missino di
Primavalle si era recato a casa sua dove era stato
raggiunto da una telefonata di un comune amico, un certo
Paolo Mulas, il quale lo metteva in guardia contro i
pericoli di un imminente attentato contro di lui e che
avrebbe potuto essere attuato la notte stessa".Ma di
questo nome non vi è nessuna traccia negli atti
ufficiali dell'inchiesta. Prima di scomparire
definitivamente anche dai giornali, il nome di questo
personaggio sarà fatto oggetto di alcuni giochi di
parole. I cronisti, infatti, evidentemente confusi dalle
notizie che la polizia e Palazzo di giustizia passavano,
fanno diventare il nome di Mulas prima Lamas, poi Landis,
Lampes e finalmente, Lampis. |
Segno questo che gli inquirenti si sentono quasi in dovere di
giustificare la scomparsa del nome Mulas, confondendo le acque e
volendo far creder che il nome di questo personaggio chiave fosse
stato tirato fuori per sbaglio nei primi giorni. Ma, chi ha
congegnato la trasformazione di Mulas in Lampis, non ha tenuto in
debito conto troppe discrepanza: Mulas, per esempio, si chiama
Paolo e Lampis, invece, Angelo. Inoltre troppi giornali parlano
dei due come di altrettante persone distinte, l'una delle quali,
anzi, avrebbe portato l'altra.
- Perché questo nome scotta tanto da essere sempre
ignorato dagli inquirenti?
- Perché Paolo Mulas da tutti indicato come "uno
che sa tutto", ufficialmente non è mai stato
interrogato?
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- Paolo Mulas, in realtà, c'è, esiste. E' un duro della
sezione Giarabub. Ha 30 anni, abita in via Andrea
Barbazza 22, lavora saltuariamente come applicatore di
moquette. Nel quartiere tutti lo conoscono come Ramon. Ma
- quando l'informazione parte da un confidente della
polizia il magistrato ne viene sempre avvisato affinchè
possa tenerlo fuori dalla vicenda - Ramon alias Mulas,
ricevute le sufficienti garanzie di copertura, riacquista
il suo usuale atteggiamento spavaldo e consapevole di
stare in una botte di ferro, si permette di dire di saper
"tutto sulla vicenda di Primavalle" perfino
pubblicamente nei bar e nelle osterie del quartiere e
sono in molti ad aver ascoltato le sue smargiassate.
-
- Ma il nome di Paolo Mulas, magari forse soltanto il nome,
non è davvero nuovo a grosse provocazioni. Anche nella
Strage di Stato, nel caso Valpreda, c'è un Paolo Mulas.
Scrive Pietro Valpreda nel suo "Diario dal
carcere", il 12 aprile 1970: "Paolo Mulas si è
fatto trasferire nella nostra cella. E' imputato di
truffa, parlavamo già prima durante il passeggio. Ha una
certa importanza con chi devi state in cella". Ma 4
giorni dopo fu trasferito. Pietro Valpreda ricorda,
alcune stranezze: "Tempo dopo, provai a saperne
qualcosa; nel carcere, si sa, i detenuti sono amici tra
loro, ed io conoscevo qualcuno che aveva accesso agli
schedari della matricola, sia al nostro braccio, sia a
quelli generali. Ebbene, in nessuno di questi archivi
c'era traccia di questo Mulas. Come se non fosse mai
arrivato al carcere. Eppure, di lui mi ricordo benissimo,
ed altre persone, si ricordano altrettanto bene. Era un
sardo, sembrava abbastanza colto, faceva abbastanza
domande..."
- Chi era, allora, questo Paolo Mulas?
Il 2 ottobre del 1970 scrive sempre Valpreda: "Oggi
ho avuto un'informazione abbastanza interessante da un
detenuto che chiamano Zuccone. E' rientrato due giorni fa
e mi ha raccontato di aver incontrato il Paolo Mulas che
era stato mio compagno di cella la scorsa primavera.
Mulas era in divisa di capitano dei carabinieri. Zuccone
esclamò: "Ma tu eri in galera, in cella con
Pietro!". Mulas si irrigidì da perfetto militare e
ribattè: "Ero in missione". Sapendo che sono
innocente cosa speravano che confidassi al Mulas? Che
stronzi, forse speravano in una bella provocazione che
desse loro modo di annunciare a caratteri cubitali: un
agente raccoglie in carcere la confessione di
Valpreda".
Ecco: di "quel" Mulas, il compagno di cella di
Valpreda, non si sa più niente. Il suo nome è perfino
scomparso da ogni documento ufficiale. Di questo Mulas,
il misterioso protagonista delle prime indagini di
Primavalle, si sa altrettanto poco, e il suo nome è
scomparso da ogni documento ufficiale, come gli atti
dell'inchiesta.
Una strana coincidenza, dunque, forse solo un nome o uno
pseudonimo di battaglia, che riporta la vicenda di
Primavalle agli oscuri meccanismi della Strage di Stato.